Nella giornata di ieri, nell’ambito di un’attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna, la Squadra Mobile, coadiuvata da personale del Commissariato di Imola, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Bologna a carico di un cittadino nato in Pakistan classe 1989 e residente a Imola (BO), in quanto responsabile del reato di violenza sessuale ed atti persecutori nei confronti della propria compagna.

Il procedimento trae origine dalla denuncia della vittima che si era presentata presso l’Ospedale Maggiore riferendo di aver subito una violenza sessuale dall’uomo, a casa di quest’ultimo. La vittima, anch’essa di nazionalità pakistana, ha raccontato di avere intrapreso una relazione con l’uomo dall’inizio di quest’anno, ma che non aveva consumato con lui alcun rapporto sessuale, in quanto la propria religione le imponeva di arrivare illibata al matrimonio. Per tale motivo e dinnanzi al rifiuto alle avances da parte del compagno, quest’ultimo aveva iniziato a minacciarla di mostrare alla famiglia di origine della ragazza alcune foto che la ritraevano unitamente ad un altro uomo, le quali, seppure non compromettenti secondo il pensiero occidentale, l’avrebbero messa in serie difficoltà nei confronti dei familiari. La ragazza, spaventata dalle minacce dell’uomo, non riusciva a chiudere la propria relazione sentimentale ed è stata costretta a consumare, anche con la forza, un rapporto sessuale.

Le indagini rapidamente svolte dalla Polizia di Stato permettevano di acquisire rilevanti elementi probatori in ordine alle responsabilità dell’uomo, il quale perseverava in un atteggiamento persecutorio ai danni della donna, tanto che in data 11 giugno è stato arrestato in flagranza da personale della Questura di Bologna nelle adiacenze dell’abitazione della ragazza. Successivamente all’udienza di convalida gli veniva applicata la misura degli arresti domiciliari. Nonostante ciò, alla vittima continuavano a giungere messaggi di minaccia da fonti sconosciute, e la casa di suoi parenti in Pakistan veniva attinta da raffiche di colpi da fuoco nella notte fra il 17 ed il 18 luglio. L’attività investigativa attivata da questa Squadra Mobile, culminata con l’esecuzione di una perquisizione domiciliare, personale ed informatica in data 23 luglio, ha permesso di accertare che l’uomo, nonostante il regime degli arresti domiciliari, proseguiva nelle sue condotte persecutorie tramite l’utilizzo di un profilo social, nonché di un ulteriore telefono cellulare rinvenuto occultato all’interno della sua stanza ed intrattenendo comunicazioni telefoniche con molteplici soggetti, così contravvenendo alle prescrizioni impostegli dalla misura cautelare cui era sottoposto.

L’uomo è stato arrestato: tra l’altro, non era nuovo a questo genere di comportamenti, visto che annovera un precedente del tutto analogo del settembre 2020, quando si era reso responsabile di atti persecutori, minacce e violenza sessuale nei confronti della donna che frequentava in quel periodo.

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