I professionisti – che fanno parte della task force del Dipartimento nazionale di protezione civile a sostegno delle aree più colpite dall’emergenza – rimarranno in regione per 28 giorni e saranno assegnati alle aziende sanitarie di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara e della Romagna

“Non si tratta solo di un aiuto professionale. Quella che oggi venite a portarci è anche una vicinanza sul piano umano non scontata, per la quale anche a nome del presidente Bonaccini voglio ringraziarvi dal profondo del cuore”.Con queste parole l’assessore regionale alla Protezione civile, Irene Priolo, ha accolto ieri a Bologna i 16 infermieri che per 28 giorni presteranno la loro attività negli ospedali e strutture sanitarie dell’Emilia-Romagna.
Si tratta del sesto contingente della task force del Dipartimento nazionale della Protezione civile, destinata alle aree più colpite dall’emergenza Coronavirus.
Accogliendoli presso la sede della Regione, l’assessore ha donato a ciascuno di loro un piccolo dolce artigianale a forma di smile. “Un dono simbolico – ha detto l’assessore Priolo – un segno di benvenuto e di riconoscenza, per il sorriso che venite a portare in Emilia-Romagna, accettando il sacrificio di trascorrere tanti giorni lontano dai vostri cari”.
Gli infermieri provengono da diverse regioni italiane. In alcuni casi hanno scelto di venire in Emilia-Romagna per il legame particolare che hanno con questa regione dove hanno iniziato il loro percorso professionale. In altri, come nel caso di una operatrice proveniente dal Friuli Venezia Giulia, in ricordo dell’aiuto ricevuto dagli emiliano-romagnoli ai tempi del terremoto.
Gli infermieri saranno assegnati alle diverse Aziende USL o alle Aziende Ospedaliere Universitarie, secondo le necessità dalla sanità regionale: 2 a Piacenza, 4 a Parma, 1 a Reggio Emilia, 1 a Modena, 4 a Bologna, 2 a Ferrara, 2 in Romagna. Pernottamento e vitto sono assicurate dalle Ausl territoriali.
Dall’inizio dell’emergenza, sono arrivati in Emilia-Romagna 6 gruppi di infermieri per un totale di  100 persone  e 5 di medici, per complessivi 58.

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