La Vicesindaco Marilena Pillati ha ricordato oggi in Consiglio comunale Carlo Dall’Omo, storico vice preside delle Aldini Valeriani. Per onorare la memoria di Dall’Omo il Consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio. 

“Sabato 12 ottobre è venuto a mancare, dopo una breve malattia Carlo Dall’Omo, storico vice preside delle Aldini Valeriani, la scuola gestita dal Comune di Bologna per oltre 160 anni. Carlo Dall’Omo ha vissuto alle Aldini e per le Aldini 65 anni.
Entrato come studente nel 1954, dopo il diploma di perito meccanico era diventato fin da subito insegnante tecnico pratico, poi vicepreside fino al 2006 quando è andato in pensione dopo 42 anni di servizio.
Una figura di riferimento per le Aldini, che ha continuato incessantemente a collaborare alle varie iniziative della scuola anche quando l’istituto è passato alle competenze dello Stato nel 2008. Giovanni Sedioli, a cui lo legava un rapporto di grande stima e amicizia, raccontava che dietro a ogni progetto, iniziativa, idea sviluppata dai vari presidi con cui ha collaborato c’è stata la sua grande capacità organizzativa e attuativa. Era un mago della organizzazione degli spazi e delle attrezzature, la logistica dell’istituto era “cosa sua” e conosceva uso e destinazione di ogni metro quadrato dell’edificio, compresi i mai computati 3000 metri del sottotetto e 3000 dell’interrato.
Severo e diretto nel rapporto coi ragazzi era da molti chiamato “the low” e quando compariva in capo a un corridoio si creava ordine, se prima non c’era. Curava il triennio del tecnico e il professionale, e la fila alla porta del suo ufficio era lo standard ogni mattina.
I colleghi docenti gli hanno sempre riconosciuto il merito di avere protetto il loro lavoro: se in Aldini l’anno scolastico iniziava senza ritardi, con una gestione efficiente della aule, dei laboratori e delle attrezzature il merito era di Carlo Dall’Omo che sacrificava le ferie in agosto per rifinire il pauroso organigramma che consentiva a una scuola così complessa di funzionare a dovere.
Non esiste docente o studente delle Aldini che in quarant’anni non si sia rivolto almeno una volta al vice preside Dall’Omo per risolvere un problema o chiedere un aiuto. Dall’Omo c’era per tutti, a patto che non avesse sentore che si prendesse sottogamba il proprio impegno lavorativo o scolastico.
Molto efficace anche nei rapporti con le aziende per la realizzazione degli stages. Molti imprenditori si rivolgevano a lui per segnalazioni o progetti. Era la cerniera con quel mondo del “saper fare” che costituisce l’identità più concreta del nostro territorio.
Il suo orario di lavoro era dalle 7 alle 7 tranne il sabato che staccava alle 14. In 42 anni di lavoro non ha mai fatto un giorno di malattia. Il suo preside e amico Giovanni Sedioli affermava di non averlo mai visto fare una sosta per il pranzo. Era una persona a cui la scuola non poteva rinunciare: leale, dedito al lavoro, con un consenso vastissimo fra i docenti.
Pur affezionatissimo alla tradizione meccanica e operativa, in cui si era formato, aderì alla necessità delle radicali trasformazioni da fare e con il suo ascendente si portò dietro gli insegnanti tecnico pratici della sua generazione.
Si pose come punto di riferimento nelle relazioni col Museo del Patrimonio Industriale, consentendo la realizzazione di nuove strumentazioni e macchine innovative. Fondamentale il suo apporto organizzativo nella costruzione del mulino da seta alla bolognese, che è il pezzo più significativo del Museo del Patrimonio Industriale, esperienza nel corso della quale si dimostrò come le competenze dei tecnici e degli storici potevano dare vita a un progetto straordinario.
La squadra di tecnici composta da Dall’Omo, Dezaiacomo e Tullini per alcuni anni ha portato il mulino da seta in giro per l’Italia guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione di operatori di altre città che riconoscevano l’unicità dell’esperienza bolognese e le straordinarie competenze esistenti nelle Aldini.
Ho conosciuto Carlo Dall’Omo perché entrambi eravamo legati a Giovanni Sedioli, quel grande uomo di scuola divenuto poi assessore regionale a cui abbiamo dato l’ultimo saluto proprio qui a Palazzo d’Accursio tre anni fa.
Ci eravamo incontrati alle Aldini anche all’inizio di maggio e mai avrei potuto immaginare quel nostro successivo incontro, avvenuto per caso solo alcuni mesi dopo, in una corsia d’ospedale, quando i segni della malattia erano purtroppo già evidenti.
Di Carlo Dall’Omo voglio ricordare l’amore e la dedizione al proprio lavoro. Alle Aldini è entrato a 14 anni e ne è uscito solo quando la malattia lo ha fermato. Ne aveva 80. La sua è una storia unica ed esemplare lunga 65 anni.
Alla moglie Luciana, ai suoi figli e a tutti i suoi cari, va il cordoglio di tutta l’Amministrazione comunale e la nostra sincera vicinanza.
Per onorare la memoria di Carlo Dall’Omo chiedo alla Presidenza di osservare un minuto di silenzio”.

(fonte immagine www.restodelcarlino.it)

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